“Non riesco a imparare l’inglese”: il percorso consigliato

Il segreto per imparare l’inglese? Ricordare che, come è stato detto autorevolmente, “Learning is a process”, ovvero – l’apprendimento è un processo. Per quanto, infatti, possano affascinarci i risultati, i voti, i certificati, imparare è innanzitutto un percorso che richiede tempo, e di cui il risultato è soltanto una parte.

Quando paragoniamo noi stessi, apprendenti beginners di una lingua quale l’inglese, ad altri parlanti (tendenzialmente modelli proposti da serie TV, podcasts e media), non facciamo altro che misurare noi stessi su utenti della lingua che hanno già completato quel processo, con ogni probabilità, prima di compiere i 4 anni d’età.    

È chiaro quindi quanto questo paragone sia profondamente, culturalmente, infondato. 

Imparare l’inglese ed esserne utenti competenti non significa infatti parlare come chi ha l’inglese come prima lingua. Questo, come dimostrato dalle neuroscienze, non sarà mai possibile per tutti coloro che imparino l’inglese dopo i 4 anni d’età, ma non per questo dobbiamo pensare di non poter utilizzare l’inglese avendone pieno comando. 

In questo senso, la buona notizia è che imparare una lingua è sempre possibile, a prescindere da fattori quali l’età biologica, il  background culturale e il, cosiddetto, talento linguistico.

Oltre ai corsi in lingua inglese c’è di più: a ognuno il suo metodo

L’unico vero segreto per poter imparare è quello di goderci ogni fase di questo processo, trovando metodi che siano efficaci per noi. Se, ad esempio, la modalità preferenziale che abbiamo di apprendere è rappresentata dal canale uditivo, ascoltare ogni giorno un pezzo del nostro podcast preferito in inglese mentre andiamo al lavoro contribuirà ad aiutarci a creare un nostro sistema di apprendimento.

In questo modo l’esperienza di pieno appagamento che apprendere rappresenta potrà entrare a far parte della nostra vita di tutti i giorni, e non solo di quei dieci minuti prima della lezione in cui si fanno i compiti assegnati dall’insegnante la settimana prima. 

Quell’iniziale flusso indistinto di suoni ci aiuterà a capire innanzitutto che imparare una lingua straniera significa estraniarsi da sé e appropriarsi di un sistema di suono e pensiero che non è il proprio, al punto che già nel mondo antico si riteneva che chi avesse una seconda lingua, avesse anche una seconda anima. Per dirla con Flora Lewis in termini (forse!) più vicini a noi oggi: “Learning another language is not only learning different words for the same things, but learning another way to think about things.”

Nel tempo, poi, quella prima esposizione al suono di cui non ci sembra nemmeno di riuscire a distinguere l’inizio e la fine di una parola, si trasformerà in familiarità distintiva dei singoli suoni.

La prima lezione di inglese? Scoprire il nostro modo di comunicare

Così, alla fine, quei suoni acquisiranno un senso e noi impareremo pian piano, riscoprendo il valore dell’imitazione propria dei bambini, a dare i nomi alle cose. 

La capacità di dire e dirsi in un idioma diverso da quello in cui siamo stati immersi fin dalla nascita è quindi l’ultimissima fase, la punta dell’iceberg, di un processo ben più lungo, che affonda le proprie radici in ogni essere umano fin dalla tenera età e che è, come tale, sempre possibile per tutti. 

Quindi è questo il vero segreto: ricordare che il risultato da ricercare sempre attraverso questo affascinante processo cognitivo è quello di comprendere i mondi delle persone con cui comunichiamo e riuscire a raccontare loro il nostro. 

Lungo questo viaggio il compito di un insegnante non è quindi quello di riempirci con qualcosa di totalmente incompatibile con noi, ma di aiutarci a scoprire il modo più efficace e appagante per noi per poter dare tutti noi stessi agli altri e ricevere il mondo in cambio.    

Scopri i nostri corsi di inglese specifici per ogni tipologia di esigenza e preparati a imparare così come abbiamo suggerito.

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